Agguato a Roma, gli amici della vittima contro i giornalisti: «Andate via infami»
«Levate ste telecamere, andate via, infami». Momenti di tensione in via Lemonia, a pochi passi dal parco degli Acquedotti dove è stato ucciso con un colpo d'arma da fuoco Fabrizio Piscitelli. A parlare sono gli amici di Diabolik. A ripostare la calma, invece, è Angela, la sorella della vittima: «È un momento di grande dolore, non mi fate parlare. Ho rispetto del vostro lavoro, ma voi dovete rispettare me». Ma le intimidazioni verso chi cercava di riprendere la scena del delitto, di fare domande ai presenti, di capire, sono pesanti e ripetono un copione già visto altre volte a Roma (e non solo), nei blitz contro camorra, 'ndrangheta, mafia, nelle zone della città occupate dai criminali.
Agguato a Roma, ucciso in un parco capo ultrà laziale
«Le minacce ai giornalisti presenti sul luogo del delitto di Fabrizio Piscitelli non solo devono essere condannate, ma perseguite. Ascoltare le minacce lascia veramente impressionati. Mi auguro che la magistratura intervenga con decisione», dice il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra parlando dell'agguato in cui è stato ucciso il capo ultra della Lazio Diabolik.