Alan Kurdi, l'appello di Sea Eye all'Unione europea: «Cibo e acqua stanno finendo»
Sea Eye lancia un appello agli Stati europei perché si impegnino a consentire lo sbarco dei 64 migranti che si trovano a bordo della nave Alan Kurdi. «Le scorte di cibo e acqua si esauriranno a breve e la situazione medica potrebbe deteriorarsi rapidamente una volta che la tempesta prevista arriverà. Esortiamo pertanto gli Stati membri europei ad agire in nome dell'umanità e nel rispetto dei diritti umani», fa sapere la Ong.
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«Gli accordi ad hoc non sono un approccio sostenibile e non possono essere stipulati sulla pelle di 64 persone che sono appena scampate alla morte e all'annegamento. Il salvataggio delle persone in difficoltà dovrebbe essere effettuato indipendentemente dalle agende politiche dei singoli Stati. Tuttavia -viene rilevato- sembra che la soluzione alla nostra situazione possa essere solo politica». «Siamo diventati dipendenti -prosegue Sea Eye- dai negoziati tra gli Stati membri dell'Unione europea e ciò rappresenta una inaccettabile distorsione e violazione del diritto applicabile alle operazioni SAR. Questa posizione, dove si rischia di essere arrestati se si segue la legge e si fa ciò che è giusto, mentre si è costretti a prolungare la sofferenza delle persone facendo ciò che gli Stati richiedono, ci fa soffrire».