di Bruno Benelli
lunedì 6 giugno 2011, 11:35Alla colf licenziata? Assegno di disoccupazione
Colf e badanti licenziate hanno diritto all’indennità di disoccupazione Inps
Colf e badanti licenziate hanno diritto all’indennità di disoccupazione Inps . E il datore di lavoro deve attivarsi per comunicare all’Ente di previdenza una serie di informazioni necessarie agli uffici per quantificare l’assegno da pagare alle interessate. Di recente l’Inps ha modificato il tracciato del documento (modello Ds22/Ld) da compilare e presentare in accompagno alla domanda della lavoratrice.
I requisiti
Per l’indennità la legge chiede alcuni requisiti alle disoccupate. Questi: 1) si deve trattare di licenziamento e non di dimissioni volontarie, salvo che si tratti di dimissioni per cosi dire forzate, cioè per giusta causa (tipo:mancato pagamento di vari mensili, mobbing, molestie sessuali, ecc.); 2) l’interessata deve essere andata al centro per l’impiego (ex ufficio di collocamento) per confermare la propria disponibilità a lavorare se dovesse essere proposto un nuovo rapporto, o a iniziare un percorso di riqualificazione professionale; 3) l’interessata deve avere almeno due anni di anzianità assicurativa e almeno 52 contributi settimanali nel biennio precedente l’inizio della disoccupazione (in altri termini: deve avere almeno un contributo settimanale precedente il biennio ora indicato).
La domanda
La domanda di assegno – da presentare entro 68 giorni dal licenziamento - va compilata sul modello Ds21, reperibile presso gli sportelli Inps o sul sito www.inps.it . Attenzione: la domanda va presentata solo per via telematica. E quindi consigliabile farsi aiutare dall’Inps in questa operazione o rivolgersi a un Ente di patronato che potrà agevolmente e gratuitamente portare a compimento l’operazione.
Deve infine essere indicato il modo di pagamento: 1) con bonifico postale; 2) oppure con accredito sul conto corrente postale o bancario.
Il datore di lavoro
Alla domanda va aggiunto il modello Ds22/Ld, cioè la dichiarazione del datore di lavoro sui dati relativi al rapporto di lavoro domestico. L’ex datore deve comunicare: a) la qualifica rivestita dalla dipendente (colf, badante, livello di inquadramento, ecc.); b) data di assunzione e di licenziamento; c) eventuali periodi di assenza non retribuita; d) eventuale pagamento dell’indennità di mancato preavviso.
Molto dettagliato deve essere infine lo specchietto relativo agli ultimi due anni di lavoro dell’interessata. Devono essere indicati distintamente per ogni trimestre solare, il numero di ore lavorate, la misura della retribuzione convenzionale sulla quale sono stati calcolati i contributi Inps, la paga ricevuta ogni mese (indicando le singole settimane di salario se la paga non ha coperto l’intero mese).
Bastano i bollettini
Per evitare questo lungo e analitico cammino il datore di lavoro può imboccare la scorciatoia e allegare alla domanda le ricevute dei bollettini di conto corrente postale con i quali ha pagato i contributi nel biennio. Da essi gli uffici tireranno fuori tutte le indicazioni necessarie sopra indicate. Le ricevute – è l’impegno dell’Inps – saranno restituite all’interessato.
Assegni e detrazioni
La colf unitamente alla domanda principale può chiedere, se ne ha diritto, gli assegni per il nucleo familiare. In questo caso deve aggiungere al pacchetto il modello Anf/Prest e se chiede le detrazioni fiscali perché ha a carico un familiare deve completare l’invio con il modello Mv/10.