Coronavirus, la Russia vieta l'ingresso a tutti i cittadini cinesi. A Pechino salta il Salone dell'auto
La Russia vieta ai cittadini cinesi l'ingresso nel Paese, adottando una misura tra le più drastiche nell'ambito degli sforzi di contenimento dell'epidemia di coronavirus e aumentando l'isolamento di Pechino. Una mossa durissima, quella di Mosca, che supera di gran lunga il blocco dei voli diretti deciso dall'Italia e da altri Paesi e che aveva provocato la stizza della Cina. Ad ogni modo, ha annunciato stasera la responsabile della Salute Tatiana Golikova, «l'ingresso di tutti i cittadini cinesi attraverso le frontiere della Russia sarà sospeso dal 20 febbraio per i viaggi di lavoro, i viaggi privati, di studio e per turismo».
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In Cina intanto, dove pure l'epidemia sembra rallentare, sul fronte economico è saltato anche il Beijing auto show, il più importante evento dell'anno dedicato alle quattro ruote e fiore all'occhiello della nuova mobilità verde cinese: l'Auto China 2020, atteso dal 21 al 30 aprile, è stato rinviato sine die per la paura del contagio. L'epidemia ha causato nel Dragone, nel conteggio a lunedì, un totale di 1.871 vittime, 72.532 contagi accertati (1.895 solo ieri, ai minimi da gennaio) e 13.003 guariti (2.143), ma sembra aver paralizzato il Paese. Le imprese straniere stanno avendo grandi difficoltà nel far ripartire le attività: ci sono problemi alla supply chain, all'aumento degli inventari e alle regole sulla quarantena per contenere il contagio. «L'intero processo stenta a tornare in funzione dato che le sfide sono enormi», ha lanciato l'allarme Joerg Wuttke, presidente della Camera di commercio Ue in Cina. «Quanto ciò sia destinato a durare è l'incubo di tutti noi», ha aggiunto. Volkswagen, ad esempio, sta ancora lavorando per far tornare la produzione alle sue joint venture in Cina, con SAIC e FAW, sulla normale pianificazione: supply chain e logistica, oltre ai limiti agli spostamenti dei lavoratori, hanno costretto la compagnia tedesca a rimodulare i piani.