di Veronica Cursi
lunedì 23 settembre 2019, 20:19
Cybersecurity, Carfagna: «Una borsa di studio per le donne: così colmiamo il gender gap»
«Una borsa di studio per le ragazze che vogliono accedere alle lauree STEM, ovvero quelle discipline legate all'area scientifica, tecnologica, ingegneristica e matematica, e che dia la possibilità alle studentesse meritevoli di non pagare la retta universitaria nelle lauree tecnico-scientifiche per tutta la durata regolare del corso». E la proposta di legge presentata dalla vice Presidente della Camera dei Deputati, Mara Carfagna, nel corso dell''incontro "Cyber parità. Opportunità per le donne nel cyber e nelle professioni ad alto contenuto tecnologico" che si è svolto alla sala della Regina di Montecitorio. «Le professioni ad alto contenuto tecnologico rappresentano una gigantesca opportunità di carriera per le donne - ha spiegato la Carfagna - mentre oggi in Italia poco più del 40% delle ragazze pensa di intraprendere una carriera in ambiti dove l'occupazione cresce tre volte più in fretta». E i dati parlano chiaro.
I NUMERI L'industria della sicurezza informatica sconta ancora un gender gap superiore alla media. Le donne rappresentano solo il 20% della forza lavoro in questo settore, stando ai dati della Global Information Security Workforce Study 2017. E più in generale la presenza femminile è ancora sottorappresentata nelle discipline STEM. Solo il 28% dei ricercatori in tutto il mondo è donna. La percentuale di ragazze iscritte a queste facoltà nelle università italiane è del 15%, mentre in tutto il sistema universitario le donne iscritte rappresentano il 60%. E si tratta proprio delle discipline che abilitano alle professioni del futuro.
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Perché il cyber è il futuro»,
ricorda Domitilla Benigni, founding member di Women4Cyber, iniziativa europea nata per aumentare il coinvolgimento delle donne in questo settor e direttore generale di Elettronica, Gruppo mondiale nei sistemi di difesa e sicurezza. «
Come ricorda l’ONU - spiega - il 65% delle donne e dei bambini del futuro saranno impegnati in professioni che oggi non esistono, e molte di queste saranno sicuramente frutto della digitalizzazione. Da qui al 2021 ci saranno globalmente circa 3.5 milioni di posti di lavoro globali non coperti nella cybersecurity (fonte: Cybersecurity jobs report 2018-2021). Inoltre secondo un’altra autorevole fonte (ISC)2 entro il 2022, l'Europa dovrà affrontare una carenza di competenze sulla sicurezza informatica di 350.000 lavoratori»
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Quali sono dunque le opportunità per le donne nelle professioni del futuro? E come rendere il settore più inclusivo per le giovani studentesse? «Innanzitutto
lavorando sulla formazione, sin dal liceo. Quando alle donne viene data l’opportunità di formarsi riescono ad eccellere: le donne che lavorano nelle professioni cyber hanno per il 52% un titolo universitario di secondo livello, contro il 44% degli uomini (fonte: Global Information Security Workforce Study 2017). Altrettanto importante sarà il contributo delle istituzioni e poi il ruolo del networking strutturato, come dimostra Women4Cyber che rende il nostro impegno più forte e più ambizioso»
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La presenza femminile nella cyber security è importante anche per cambiare una certa mentalità - ricorda Nunzia Ciardi, direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni - Le donne pagano spesso un prezzo più alto degli uomini per stare in rete, vittime come spesso accade di insulti e minacce che riguardano quasi sempre il loro aspetto fisico. Ecco perchè un occhio femminile nel settore della cyber sicurezza diventa ancora più importante»
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