di Michela Allegri e Alessia Marani
sabato 27 ottobre 2018, 00:00Desirée, il verbale dell’orrore: «Acqua e zucchero mentre moriva, tra stupratori il fidanzato»
ROMA L'unico tentativo che hanno fatto per salvarle la vita, è stato somministrale «acqua e zucchero, poi quando hanno visto che stava diventando cianotica la hanno messa su un divano, dopodiché moriva». Il racconto choc fatto da una delle persone presenti all'interno dello stabile abbandonato di via dei Lucani, a San Lorenzo, è riportato nel decreto con cui la procura di Roma ha disposto il fermo di tre immigrati, accusati di omicidio e violenza sessuale di gruppo per la morte di Desirée Mariottini. Altri dettagli li fornisce Noemi C., ascoltata in Questura dagli agenti della Squadra Mobile il 24 ottobre: «È stata violentata per divertimento da quattro adulti dopo avere assunto eroina».
Desirée, un testimone: stava male, aveva attorno otto persone
Ha fatto i nomi di due di loro: «Pako e Ibrahim». Pako è Mamadou Gara, 27 anni, il primo a essere fermato, tre giorni fa. Agli agenti che lo ammanettavano avrebbe fatto alcune parziali ammissioni. Un tentativo di ritagliarsi un ruolo marginale nella vicenda: «Conoscevo Desirée, avevamo una storia, mi aveva detto di essere più grande, di avere 22 anni». E ancora: «Sì, abbiamo avuto un rapporto sessuale, ma non l'ho stuprata. Quando sono andato via era ancora viva». Le stesse parole le potrebbe ripetere nel corso dell'interrogatorio di garanzia questa mattina, se deciderà di rispondere.
È il teste Leo D. a fare le dichiarazioni più pesanti: «Un giovane africano mi ha confidato che lui si trovava dentro al capannone... avrebbe visto Desirée deceduta con gli abiti strappati. Mi diceva che alla sua presenza la giovane si è sentita male, quindi le hanno dato acqua e zucchero poi, visto che diventava cianotica, veniva adagiata su un divano e dopo moriva». Un altro dei presenti ha detto agli inquirenti di essere entrato «all'interno dello stabile, ho sentito una ragazza che piangeva e urlava frasi come: Voi l'avete uccisa, voi l'avete violentata e si rivolgeva a tre uomini chiamandoli per nome: Pako, Sisko e Ibrahim». Ha anche detto di avere visto una ragazza che «sembrava dormire» su un piccolo letto, semicoperta «alla presenza di 5 o 8 persone di varia nazionalità oltre ai tre già detti». Altri testi hanno raccontato che Desirée aveva con Ibrahim - che sarebbe Bian Minteh - «un rapporto di frequentazione intima». Andava quasi tutti i giorni nello stabile abbandonato, si prostituiva in cambio di stupefacenti. Fondamentale la dichiarazione di un ragazzo che ha raccontato che gli indagati, quando la ragazzina stava morendo, «con molta fretta andavano via. Pako portava una borsa in spalla, uno degli altri aveva con sé una valigia». Sul cadavere della ragazza il medico legale ha trovato anche un segno compatibile con una bruciatura di sigaretta ma forse precedente.