di Marco De Risi
domenica 25 agosto 2019, 10:44Diabolik, dietro l'omicidio il giallo dei telefonini criptati: impossibile estrapolare i dati
Il Diablo usava telefoni criptati. Apparecchi di ultima generazione dai quali è impossibile estrarre dati come le chiamate in entrata e in uscita e neanche i messaggi ricevuti e spediti. Un mistero in più per un delitto che col passare dei giorni rimane irrisolto e indecifrabile. Fabrizio Piscitelli, 53 anni, alias Diabolik, capo degli Irriducibili della Lazio, è stato ucciso la sera del 7 agosto su una panchina al parco degli Acquedotti di via Lemonia, al Tuscolano. Ecco che entra in azione un killer su commissione dalla mira infallibile: vestito da corridore, spara un solo colpo di piccolo calibro, uccidendolo all'istante. Piscitelli crolla sul terriccio con un proiettile in testa. Sono gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura ad indagare.
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LE ANALISI
I poliziotti sequestrano il cellulare di Diablo rimasto sulla panchina dell'omicidio. Sono speranzosi di trovare tracce utili per delineare almeno il contesto dell'esecuzione. Invece, non c'è niente da fare: l'apparecchio è criptato, impossibile estrapolare qualunque informazione. La storia dei cellulari protetti rende bene l'idea, qualora ce ne fosse bisogno, di un omicidio inaspettato quanto importante dal punto di vista della criminalità organizzata romana. La passione per la Lazio di Diabolik non c'entra nulla in questo mistero. C'entrano, invece, secondo gli inquirenti, i suoi rapporti annosi con banditi che hanno fatto la storia criminale romana. Come ad esempio il clan dei Senese, camorristi trapiantati a Roma ormai da più di 20 anni. Ma non solo i Senese sono entrati nel mondo criminale di Fabrizio Piscitelli monitorato anche nell'indagine Mafia Capitale: i suoi rapporti con Massimo Carminati e la banda di albanesi che oltre a tifare sugli spalti, sarebbe stata anche manovalanza criminale.