di Camilla Mozzetti e Giuseppe Scarpa
giovedì 22 agosto 2019, 08:14Diabolik, una pista per l'omicidio: ucciso dalla mala romana per uno sgarro
Il suo posto, Fabrizio Piscitelli, era riuscito a ritagliarselo nel panorama multiforme, eppure radicato, che vede a Roma da anni diverse organizzazioni criminali spartirsi la città per il traffico degli stupefacenti.
I clan esterni alla mala romana che controllano il giro e decidono come dividersi le piazze perché sono loro che fanno arrivare la droga in città e dunque sono loro che comandando.
Così si muoveva il sistema agli albori. Poi i rapporti sono cambiati perché la mala romana, composta da gruppi e bande autoctone, ha deciso di innalzare il proprio livello, passando da braccio operativo a formazione di comando. Senza di loro i clan esterni non avrebbero potuto infiltrarsi e fare affari e con loro dunque sono scesi a patti. Questo il quadro. Dentro cui è possibile scorgere una delle piste che potrebbe spiegare l'omicidio di Diabolik avvenuto lo scorso 7 agosto al Parco degli Acquedotti.
Diabolik, momenti di tensione al funerale e fumogeni biancocelesti
LO SGARRO
Gli inquirenti non escludono che l'agguato mortale derivi da uno sgarro compiuto da Piscitelli a qualche gruppo romano per una partita di droga che il capo degli ultras biancocelesti avrebbe voluto gestire autonomamente. Una partita forse anche cospicua che era stata presa, in seconda battuta, ma che non era stata pagata. E che forse si sarebbe voluta piazzare in un territorio gestito da altri romani. Il denaro dunque e l'invasione di campo come possibile movente che, però, potrebbe escludere la responsabilità, nella ricerca del mandante, di organizzazioni criminali esterne.