Foto dell'americano bendato, i media Usa: «Atto illegale». Salvini: «Vittima solo il carabiniere»
L'omaggio al feretro, la presenza della moglie Rosa Maria Esilio, una camera ardente silenziosa e composta per rendere l'estremo saluto al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso con 11 coltellate la notte del 26 luglio. Un ultimo saluto, prima dei funerali di domani, a cui ha partecipato anche il premier Giuseppe Conte. La giornata del dolore, una domenica resa meno torrida dalla pioggia, in cui però esplode la bufera legata ad una foto scattata in una caserma dei carabinieri in cui compare Christian Gabriel Natale Hjort, uno dei due cittadini americani fermati per l'omicidio, bendato, con le mani legate e il capo chinato.
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Una immagine che è rapidamente rimbalzata sui media americani: il sito della Cnn la definisce «scioccante» mentre altri giornali, dal Washington Post al Los Angeles Times, citando le autorità italiane, parlano di «atto illegale». L'Arma ha avviato subito indagini interne e disposto una informativa da inviare in Procura per l'apertura di un fascicolo. Dalle verifiche è emerso che il ragazzo americano sarebbe rimasto bendato per 4 o 5 minuti prima di essere spostato in un'altra stanza. È stato individuato il responsabile che sarà trasferito ad «altro incarico non operativo».
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Dal canto suo il procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi, afferma che in base alle informazioni fornite dalla Procura sulle «le modalità con le quali è stato condotto l'interrogatorio consentono di escludere ogni forma di costrizione in quella sede: gli indagati sono stati presentati all'interrogatorio liberi nella persona, senza bende o manette. All'interrogatorio é stato presente un difensore ed é stato condotto da due magistrati, è stato registrato e ne è stato redatto verbale integrale. Gli indagati sono stati avvertiti dei loro diritti». Le verifiche proseguiranno «per accertare chi, per quali ragioni e per disposizione di quale autorità abbia bendato l'indagato e abbia ritenuto di tenere l'indagato in manette, si accetteranno anche eventuali responsabilità per omessa vigilanza», ha aggiunto Salvi. Dunque la confessione del delitto resta per ora intangibile e non inficiata, stando a ciò che dice la Procura, da nessuna condotta scorretta.