di Mauro Evangelisti
domenica 1 settembre 2019, 09:25Governo, nel Pd crescono i dubbi sul M5S. Zingaretti: «Chi comanda, Conte o Di Maio?»
«Ma alla fine chi comanda? Conte o Di Maio?». Nicola Zingaretti rilancia la domanda parlando al telefono con i suoi in serata. Pensare che al pomeriggio i Dem erano usciti dall'incontro sui programmi con Giuseppe Conte soddisfatti, dicendo: «Sono state accolte quasi tutte le nostre proposte».
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CASELLE
Quello che al Nazareno non comprendono è perché il premier, con il quale comunque in questi giorni si è mantenuto un canale di dialogo costruttivo, non riesca a sciogliere il nodo della formula dei vicepremier: due, uno o nessuno. L'impuntatura del capo politico del Movimento 5 Stelle, che ogni giorno riunisce i suoi per poi ripetere che lui alla posto di vicepremier non rinuncia, sta alimentando lo stupore di Zingaretti, abituato a trattative politiche più tradizionali, dove le due parti concedono qualcosa e ci s'incontra a metà strada. Cedere su tutto, ma proprio su tutto, con i pentastellati - presidenza del consiglio e vicepresidenza - risulta indigeribile. E l'insistenza di Di Maio potrebbe inficiare il percorso verso l'accordo. Per questo si spera nel capo dello Stato che anche ieri ha ricevuto Giuseppe Conte. Zingaretti ripete: «Noi vogliamo un governo nuovo, un governo di svolta». E dal Nazareno fanno passare un messaggio che va a sviluppare questo concetto: «Il cuore del problema è chiaro ed è questo: il Pd vuole fare un governo nuovo con i 5 Stelle e altri, di svolta e con un programma nuovo e scritto insieme. M5S invece vuole i voti del Pd e della sinistra per un governo 5 Stelle guidato da Conte e Di Maio». Sintesi: non siamo disponibili a fare la stampella di Conte e di Di Maio. Fin qui la linea ribadita da Zingaretti o da chi gli sta vicino. Poi, all'interno dei democrat, a partire dai renziani, c'è chi invita a non offrire pretesti a Di Maio che dall'inizio vuole fare saltare la trattativa magari per tornare a flirtare con Matteo Salvini: alla fine sulla casacca da vicepremier da lasciare al capo politico M5S si può anche cedere, perché s'incide maggiormente sull'azione del futuro governo puntando su deleghe più pesanti in cambio della concessione a Di Maio. «Il problema - dice qualcuno dal Pd - è che ogni volta alza la posta: per ogni cosa che concediamo, da Di Maio arriva una nuova richiesta. Per questo sarebbe utile capire se Conte abbia davvero la forza per governare la situazione».