Fondi russi, il secondo uomo» dai pm. Salvini: «Non vado in Aula per fantasie»
Spunta il secondo uomo dell'hotel Metropol e spunta anche un'e-mail in cui M5S potrebbe mollare Salvini.
I pm: rogatoria per cercare conti del Carroccio a Mosca
Torna così il pressing sul ministro dell'Interno perché sia lui a rompere, far saltare il governo, andare subito al voto. Lui stesso, raccontano, ci starebbe pensando. Ma nell'esecutivo prevale un clima di preoccupata attesa per lo sviluppo delle indagini. La novità è che Gianluca Meranda, avvocato che dice di aver incontrato Salvini «in occasioni pubbliche», rivela di essere stato presente all'incontro all'hotel Metropol di Mosca con Savoini. Si trattava per il petrolio ma poi l'affare, racconta a Repubblica, non è andato in porto. Ora la procura di Milano, che da mesi indaga su Savoini e sta valutando una rogatoria internazionale per presunti fondi illeciti, lo ascolterà. «Possono denunciarmi, minacciarmi ma io non mollo. Ci stanno provando in tutti i modi», dice Salvini in piazza a Ferrara. Che sia partito un attacco concentrico, a via Bellerio è convinzione diffusa. I timori non vengono dissimulati. L'avvocato del vicepremier, spiegano, sta raccogliendo materiale per eventuali querele: si valuta la costituzione di parte civile, se si aprirà un processo a carico di Savoini. Prima, però, si attende di capire quali sono gli elementi dell'inchiesta, fin dove porterà. Salvini prova a ostentare tranquillità, infila una dopo l'altra le battute su rubli e inchieste. «Viva l'indagine! Faccia il suo corso con la massima tranquillità», dichiara. Poi aggiunge: «Facciano in fretta».
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L'opposizione però incalza. Il Pd presenta interrogazioni per chiedere al ministro quale sia il ruolo di Claudio D'Amico, suo consulente a Palazzo Chigi e con Savoini nell'associazione Italia-Lombardia. In un'intervista del 2014 al sito International Affairs, in occasione del primo viaggio russo da segretario della Lega, Salvini definiva entrambi suoi «rappresentanti ufficiali». Buzzfeed pubblica le email in cui, il 17 luglio 2018, interpellato sul perché accompagnasse il ministro in visita a Mosca, Savoini rispondeva di essere «parte della delegazione di Salvini in veste di membro dello staff». E ancora: «Non ho ufficio al ministero ma collaboro direttamente con lui a seconda delle sue richieste». Millanterie, commentano in casa Lega. «Savoini - dicono dallo staff del vicepremier - non era nella delegazione ufficiale del ministro dell'Interno partita dall'Italia. Idem il 17 e 18 ottobre 2018».