Lunedì 4 Febbraio 2019, 15:24

Mutui, i tassi restano bassi: otto su dieci vogliono il fisso

Quasi otto italiani su dieci scelgono il tasso fisso per comprare la casa con il mutuo, che costa di più rispetto a qualche mese fa, ma resta ancora molto conveniente se si confrontano i tassi di interesse rispetto a quelli di dodici anni fa: il valore medio tra fisso e variabile è oggi all’1,94%, contro il 5,72% di fine 2007. Insomma gli italiani sanno che accendere un prestito per comprare casa resta ancora molto conveniente.

Mentre la Banca d’Italia fotografa l’aumento dei tassi di interesse sui prestiti per l’acquisto di casa, Scenari Immobiliari, in questo inizio d’anno, conferma le stime divulgate a fine estate nel consueto European Outlook, che danno l’immagine di un mercato immobiliare che, nel Vecchio Continente, corre ancora a ritmi sostenuti. Nel bollettino annuale si conferma, infatti, la corsa delle compravendite di abitazioni nei Paesi dell’Unione europea, al ritmo dell’8% nel 2018 rispetto a un anno prima. E l’Italia segue questa tendenza con 125 miliardi di euro di giro d’affari: il 5,3% in più rispetto all’anno precedente. I nuovi trend dei prezzi, sottolinea Scenari Immobiliari, nel 2018 si sono differenziati a seconda delle città: Roma ha superato complessivamente i livelli dello scorso decennio, mentre a Milano si sono registrati aumenti significativi dei prezzi nelle zone centrali.

La comparazione fra Paesi europei, fa notare a questo proposito Scenari Immobiliari, si gioca ormai più a livello metropolitano che nazionale. Facendo un excursus è interessante a questo proposito notare l’andamento dei prezzi delle capitali europee, che trainano e anticipano le tendenze dei rispettivi Paesi. È Stoccolma la città che ha registrato un aumento maggiore dei prezzi medi residenziali nominali in dieci anni, quasi alla pari con la vicina Helsinki. Si posiziona solo sesta Londra, con un aumento del 9% in dieci anni, sulla stessa linea diZurigo. Nella top ten sono presenti anche Roma (più 1%) e Milano (più 4%). Tendenza negativa invece per Amsterdam, Parigi, Barcellona, Dublino e Madrid, che perdono dal 10 al 40%. Se dalle tendenze del decennio si passa al penultimo trimestre del 2018, l’Istat rileva però un calo dello 0,8% dei prezzi delle abitazioni rispetto ai tre mesi precedenti. Stesso calo registrato anche nel confronto annuale. Ed è il settimo consecutivo, rileva l’istituto di statistica nelle stime preliminari dell’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento. Ma la flessione del 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017, rileva l’Istat, è da attribuire esclusivamente ai prezzi delle abitazioni esistenti, in calo dell’1,3%, mentre quelli delle nuove abitazioni accelerano su base tendenziale, passando dal +1,2% del secondo trimestre del 2018 al +1,4%del terzo trimestre. Aumento dei tassi di interesse sui mutui, che restano comunque il canale principale (8 su 10) di acquisto, e allungamento dei tempi di vendita: sono questi i due aspetti rilevati nel “Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia - 3° trimestre 2018” condotto dalla Banca d’Italia su un campione di 1.441 agenzie, che non spaventano però osservatori del mercato e addetti ai lavori.

A giudicare ad esempio dalle risposte di otto agenzie su dieci che sostengono di aver venduto almeno un’abitazione nel trimestre luglio-settembre, rileva Bankitalia nel sondaggio, mentre si concentra nel Nord Italia la differenza negativa espressa in percentuale tra operatori che segnalano l’aumento di potenziali acquirenti equantiinvece ne segnalano la diminuzione (-1,8 punti). Il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è al 10,8%, mentre aumentano i tempi per concludere l’affare, da 7,5 mesi a 8,2 mesi, raggiungendo il massimo degli ultimi due anni. Alla domanda su quale sia la percezione delle condizioni del mercato, prevale il numero di agenti immobiliari che le giudica favorevoli rispetto a chi le considera in peggioramento, soprattutto nelle grandi città. Sul fronte dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui “per il momento non ci dovrebbero essere impatti negativi sul mercato immobiliare” sottolinea Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. “La propensione all’acquisto rimane elevata e il mercato é rallentato soprattutto dalla scadente qualità del prodotto offerto. Anche l’allungamento dei tempi di vendita ha questa ragione. Il mutuo rappresenta ancora una parte minoritaria del prezzo di acquisto” conclude. 

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