• di Bruno Benelli
  • lunedì 2 giugno 2014, 09:30

 Nel bed & breakfast la colf fa lavoro domestico

 Normativa per l’addetto alle camere e al servizio di prima colazione

Due questioni del massimo interesse per i datori di lavoro domestico. Riguardano l’inquadramento dei lavoratori inseriti in un bed and breakfast e il licenziamento della colf resasi irreperibile. Iniziamo dal primo argomento. Se un “bed and breakfast” assume una lavoratrice per le pulizie della casa può applicare il contratto collettivo di lavoro domestico e versare i contributi Inps nella misura stabilita per le colf? Sorge il problema di stabilire se l’attività prestata possa essere qualificata come prestazione di lavoro domestico oppure se, invece, la prestazione sia resa da personale addetto a strutture ricettive da inquadrare nel contratto collettivo nazionale del turismo. La questione non è di poco conto per la rilevantissime differenze tra le due contrattazioni collettive (ad esempio circa i minimi retributivi, il diritto alla quattordicesima mensilità, il regime del licenziamento). “Pur in mancanza di orientamenti giurisprudenziali specifici – ci dice l’avv. Alfonsina De Rosa, con studio legale a Roma e Milano, particolarmente esperta, tra l’altro, sulle questioni del lavoro domestico – il quesito sembra doversi risolvere nel senso che lo svolgimento datoriale di attività di bed and breakfast non fa venir meno l’applicabilità del contratto di lavoro domestico, in quanto si tratta di attività la cui natura imprenditoriale è esclusa e che si svolge necessariamente in un ambito familiare, proprio come il lavoro domestico”.
Contratto domestico libello B/h
D’altro canto ricordiamo che nel contratto di lavoro domestico è previsto il livello B, lettera h), che espressamente richiama l’addetto al riassetto camere e servizio di tavola della prima colazione anche per persone ospiti del datore di lavoro. Il che è perfettamente applicabile al lavoratore che svolge attività domestica in una abitazione anche adibita a bed and breakfast.
La colf abbandona senza preavviso
Il secondo argomento riguarda il caso della colf convivente che abbandona improvvisamente il posto di lavoro, senza comunicare il nuovo domicilio oppure della lavoratrice che, dopo il periodo di ferie, non rientri più dal paese di origine (sono ipotesi più frequenti di quanto si pensi). Come deve agire il datore di lavoro per licenziare la lavoratrice? In entrambi i casi sorge il problema delle modalità con cui recapitare la lettera di licenziamento a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, dal momento che la lavoratrice convivente ha il domicilio e la residenza anagrafica presso l’abitazione del datore di lavoro, il quale non conosce un indirizzo alternativo di recapito. Per risolvere la questione si deve far necessariamente riferimento alle norme ordinarie in tema di residenza e di efficacia delle comunicazioni a mezzo servizio postale.
Lettera di licenziamento
Poiché è onere di ciascun soggetto fissare la residenza anagrafica presso il luogo di domicilio effettivo il datore di lavoro non ha altra scelta che inviare la lettera di licenziamento alla colf presso la sua stessa abitazione. “Attenzione però – chiarisce l’avv. De Rosa - il datore non deve ritirare la raccomandata, allorché arriverà alla propria buca, dal momento che non ha la possibilità di consegnarla alla lavoratrice. Perciò la lettera rimarrà in giacenza presso l’ufficio postale e, in base al regolamento di esecuzione del codice postale, tale resterà per 30 giorni dopodiché verrà restituita al mittente”. Ma in questo modo la lettera di licenziamento non è stata consegnata e quindi siamo da capo? “ No, scatta la legge per cui, compiuta la giacenza, vi è la presunzione assoluta che la raccomandata sia stata ricevuta dalla destinataria, per cui il datore di lavoro ha raggiunto il suo scopo. Ovviamente l’efficacia del licenziamento sarà anticipata al momento in cui la lettera è stata posta nella sfera di conoscibilità della destinataria e, dunque, al momento in cui è stato consegnato dal postino l’avviso di giacenza della raccomandata”. E’ bene completare l’argomento ricordando al datore di lavoro di comunicare all’Inps la cessazione del rapporto di lavoro e al Comune di cancellare l’interessata dalla residenza anagrafica.

  • Annunci correlati

Trilocale, viale Aurelio Saffi

1.400 €
Affitto Trilocale a Roma (RM)
102 m2 3 stanze 2 bagni TRASTEVERE: ELEGANTE PIANO RIALZATO CON GIARDINO APPENA RISTRUTTURATO UBICAZIONE: centrale e servita dalle principali infrastrutture urbane e di quartiere (stazioni FS e Metro...

IlMessaggeroCasa.it