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se i contributi sono pochi
  • di Bruno Benelli
  • lunedì 20 giugno 2016, 10:42

Pensione supplementare se i contributi sono pochi

Si ha diritto alla quota aggiuntiva a condizione che siano trascorsi almeno 5 anni


Poco conosciute sono due prestazioni  importanti che spesso provvedono a salvare una situazione delicata di chi ha versato contributi in due o più diverse gestioni. Non sono pochi i lavoratori che hanno versato o stanno versando contributi in due diverse gestioni. Esempio: lo statale o il dipendente comunale che dopo una carriera pubblica durata un bel po’ di anni cambia mestiere e si occupa alle dipendenze, anche come dirigente, di una società privata. Oppure il dipendente privato che si iscrive in un albo e inizia a versare i contributi in una associazione o fondazione in qualità di libero professionista (avvocato, commercialista, ingegnere, ecc.).
                      
Pensione supplementare

A questa  situazione soccorre la cosiddetta pensione supplementare: è la prestazione riconosciuta al lavoratore che ha versato i contributi all’Inps,  non sufficiente a perfezionare il requisito di un’altra pensione, non raggiungendo i minimi normalmente richiesti. Può essere chiesta dai lavoratori titolari di un conto assicurativo presso Inps (anche in qualità di colf e badanti), che hanno una pensione  a carico di un altro fondo (gestione pubblici dipendenti, fondo clero, ecc.). Non hanno invece diritto i titolari di pensione: a) a carico di Casse e Fondi per liberi professionisti (medici, avvocati, consulenti del lavoro, geometri, ecc.). Per ottenere la pensione è necessario: 1) avere almeno un contributo settimanale o mensile versato nell’Ago; 2) non possedere i requisiti di assicurazione e di contribuzione previsti per ottenere la pensione autonoma;  3) avere  compiuto l’età pensionabile prevista per la pensione di vecchiaia nel fondo dove si chiede la pensione supplementare; 4) avere cessato il rapporto di lavoro dipendente. La supplementare deve essere richiesta in via telematica ed è calcolata con il sistema: a) retributivo, se la contribuzione versata all’Inps si riferisce solo a periodi  entro il 1995; b) misto (una quota calcolata con il sistema retributivo e una quota con il sistema contributivo), se il lavoratore può far valere contribuzione Inps sia per periodi antecedenti il  1996 sia per periodi dopo il 1995; c) contributivo, se la contribuzione si riferisce unicamente a periodi successivi al 31.dicembre 1995 o al 31 dicembre 2011. La pensione supplementare liquidata con contribuzione versata dal 1° gennaio 1996 è calcolata con il sistema contributivo indipendentemente dal sistema di calcolo utilizzato per la liquidazione del trattamento pensionistico principale.
 
Supplemento di pensione
 
Il supplemento è un incremento di pensione liquidato - dietro domanda telematica dell’interessato – sulla base di contributi relativi a periodi successivi alla data di decorrenza della pensione medesima. I contributi successivi alla decorrenza del primo supplemento danno diritto – rispettando le cadenze temporali previste dalla legge – a ulteriori supplementi. E’ il caso di chi si mette in pensione e continua a lavorare e quindi a versare i contributi Inps. In questa ipotesi tali contributi non possono più  modificare la pensione . Il supplemento spetta a tutti i pensionati che continuano a versare all’Inps nelle varie gestioni  contributi ulteriori. I pensionati della gestione separata (parasubordinati) possono chiedere il supplemento di pensione solo se i contributi dopo il pensionamento sono versati nella stessa gestione. I contributi versati all’Inps dopo la pensione sia come dipendente sia come autonomo  danno titolo al supplemento  a condizione che: 1) siano passati almeno 5 anni dalla data di decorrenza della pensione o del precedente eventuale supplemento; 2) sia stata raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia. Questo secondo requisito non è chiesto se si tratta di supplemento riconosciuto nella gestione separata.
 

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