- venerdì 20 gennaio 2012, 14:31
Quando la colf va in pensione di vecchiaia
L’età minima a 62 anni, con un trimestre in più nel 2013
Per avere la pensione colf e badanti devono quest’anno fare un “salto in alto”. Finita l’era dei 60 anni, la pensione Inps di vecchiaia si raggiunge con 62 anni di età. Restano i soliti 20 anni minimi di contribuzione. Con alcune variazioni a seconda del momento in cui le interessate hanno iniziato a versare i contributi all’Inps. Andiamo per ordine e incominciamo dal primo requisito, quello dell’età.
Aumento di un anno
Da 60 a 62 l’aritmetica dice che la differenza è 2. In materia previdenziale però è solo 1. Infatti fino al 2011 sono esistite le cosiddette finestre in base alle quali le lavoratrici dovevano, una volta raggiunti i requisiti, attendere 12 mesi. Di fatto perciò l’età minima saliva a 61. Ecco perché il salto in alto da quest’anno, a partire dal quale sono abolite le finestre, è solo di un anno. Ma questo vale solo per il 2012. Dal 2013 c’è un piccolo saltino di altri 3 mesi, dal momento che l’età è stata legata alle variazioni dell’invecchiamento della popolazione, in gergo tecnico si chiama “speranza di vita”. L’aumento vale anche per gli uomini, per i lavoratori autonomi, per i dipendenti del settore pubblico. Insomma, per tutti.
Altro salto nel 2016
L’aumento legato alla speranza di vita scatterà di nuovo nel 2016 (è stimata un’aggiunta di altri tre mesi) e nel 2019. Da quel momento le variazioni avranno una cadenza biennale. Ma il percorso in salita della pensione non si ferma qui. Per colf e badanti c’è in concomitanza un altro contemporaneo sistema di aumento (questa volta riservato esclusivamente alle lavoratrici del settore privato), che innalza l’età dal 2014 di un anno e mezzo, portando il requisito anagrafico a 63 anni e nove mesi nel complesso.
Doppio scatto
Poi dal 1° gennaio 2016 ci sarà uno scatto di un altro anno e mezzo, arrivando in tal modo l’età minima a 65 anni e tre mesi. Ma in concomitanza con esso ci sarà anche lo scatto legato alla speranza di vita (stimati tre mesi) per cui l’età minima salirà a 65 anni e mezzo.
Infine nel 2018 avverrà lo scatto di un altro anno e perciò l’età di vecchiaia salirà a 66 anni e mezzo. Poi da gennaio 2019 arriverà lo scatto legato alla speranza di vita (altri tre mesi?) e così via nei bienni successivi. Insomma, una crescita anagrafica inarrestabile.
Requisiti contributivi
Modifiche anche sul versante del versamento dei contributi. La materia si diversifica a seconda della data di inizio dell’assicurazione obbligatoria. A seconda che colf e badanti abbiano iniziato a versare i contributi dopo l’anno 1995 senza avere precedenti lavorativi o prima del 1996. La situazione si presenta nel seguente modo. A – Chi ha iniziato i versamenti prima del 1996 ( è perciò una lavoratrice che ha diritto alla pensione Inps calcolata con il sistema misto) continua a mantenere il requisito dei 20 anni di contribuzione. B – Chi ha iniziato dopo il 1995 (è perciò una lavoratrice che ha diritto alla pensione calcolata esclusivamente con il sistema contributivo) ha requisiti diversi a seconda dell’età:
1 – Se chiede la pensione in età inferiore ai 70 anni = solito requisito dei 20 anni di contribuzione ma con l’aggiunta di dover raggiungere un importo di pensione pari almeno a una volta e mezzo l’assegno sociale (nel 2012 circa 645 euro al mese).
2 – Se chiede la pensione a 70 anni = bastano solo 5 anni di contributi, ma la pensione viene pagata qualunque sia l’importo, anche di pochi euro.
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