di Bruno Benelli

sabato 11 ottobre 2014, 09:39

Quando il testamento è estorto con manipolazioni

Il caso di una badante che diventa "erede" di una anziana incapace


Una badante ha ricevuto il testamento olografo (pubblicato con atto notarile) di una signora anziana con il quale veniva nominata erede dei beni. E questo qualche giorno prima che la signora andasse all’altro mondo. La legge individua tre categorie di soggetti passivi: 1) i minori; 2) l'infermo psichico; 3) il deficiente psichico. La condotta penalmente rilevante si realizza quando: nei confronti dei minori, abusi dei loro “bisogni, passioni o inesperienza”; nei confronti dell'infermo psichico o del deficiente psichico, abusi del loro stato.
Minorata capacità
Intanto il reato può essere configurato in quanto si dimostri l'instaurazione di un rapporto squilibrato fra vittima ed agente nel senso che deve trattarsi di un rapporto in cui l'agente abbia la possibilità di manipolare la volontà della vittima a causa del fatto che costei si trova, per determinate situazioni da verificare caso per caso, in una minorata situazione e, quindi, incapace di opporre alcuna resistenza a causa della mancanza o diminuita capacità critica. Tale situazione di minorata capacità deve essere oggettiva e riconoscibile da parte di tutti in modo che chiunque possa abusarne per raggiungere i suoi fini illeciti. La legge penale prevede altri due elementi oggettivi: 1) l'induzione a compiere un atto che importi, per il soggetto passivo o per altri, qualsiasi effetto giuridico dannoso; 2) l’abuso dello stato di vulnerabilità.
Gravi patologie
Nel caso affrontato dalla Cassazione penale è risultata la presenza di gravi patologie che compromettevano le funzioni vitali della signora: a) assenza di movimenti senza il sostegno della badante; b) scarsa reattività alle sollecitazioni più semplici. La stessa cartella clinica, redatta da medici ospedalieri in occasione del ricovero della signora pochi mesi prima del decesso, attestava una “situazione generale scaduta” che aveva compromesso non solo le funzioni fisiche (deambulazione) ma anche quelle intellettive e volitive. La Corte d’appello aveva accertato che: a) la signora redasse il testamento olografo diciassette giorni prima del decesso; b) la signora, nel momento in cui compì il testamento, aveva novantacinque anni e, soprattutto, sia per condizioni fisiche che psichiche deteriorate, si trovava in uno stato di deficienza psichica; c) la tesi difensiva secondo la quale l’interessata temeva di essere abbandonata dai nipoti - e, quindi, di aver redatto un testamento a favore della badante per far loro un 'dispetto' o comunque punirli per il disinteresse manifestato nei suoi confronti - doveva ritenersi infondato sulla base delle deposizioni dei vicini e dei portieri che smentiscono che i nipoti avessero abbandonato la loro congiunta.
Attività illecita
Seconda i giudici resta peculiare la condotta di una persona di 95 anni che, a diciassette giorni dalla morte, scrive con notevolissime difficoltà evidenti dal testo un testamento quasi illeggibile a favore di un'estranea rispetto ai propri familiari, estranea da lei considerata “subalterna”. Tale condotta, in una persona non più in grado di autodeterminarsi per l’età avanzatissima e per condizioni di salute gravissime, si spiega solo in chiave accusatoria, e cioè con un'attività dell'imputata intervenuta esclusivamente in proprio favore. In questi casi l'induzione può essere desunta in via presuntiva potendo consistere anche in un qualsiasi comportamento o attività da parte della badante (come ad esempio una semplice richiesta) alla quale la vittima per le sue minorate condizioni non sia capace di opporsi e la porti, quindi, a compiere atti che, privi di alcuna causale, in condizioni normali non avrebbe compiuto e che sono a sé pregiudizievoli e alla badante.


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