di Luisa Mosello

sabato 14 aprile 2018, 09:35

Addio Parigi e Miami: i ricchi del mondo ora comprano la seconda casa in Kenya

Dimenticate Londra, Parigi e Miami. Per essere cool la seconda (o la terza) casa ora si deve acquistare a Nairobi e dintorni. È in Kenya, infatti, che si stanno concentrando i desideri immobiliari dei ricchi del pianeta che sempre più spesso decidono di comprarsi una villa nel paese africano.

LEGGI ANCHE: Flavio Briatore mette in vendita il resort Lion in the Sun di Malindi
 

 

Balzato negli ultimi giorni sulle home page del web planetario per via della faglia che lo starebbe tagliando in due. Chi decide di investire da queste parti però non se ne cura e punta di più a godersi l’atmosfera incredibile di una delle destinazioni più gettonate a livello mondiale per i safari, per le sue 19 riserve di caccia. Inoltre qui la stagione turistica balneare è fra le più lunghe in assoluto perché dura oltre le 40 settimane all'anno. Con un clima sempre piacevole e senza il periodo dei tifoni che rappresenta uno stop obbligato per qualsiasi tipo di soggiorno. Non a caso lo scorso anno il Kenia ha accolto quasi 1,5 milioni di turisti. 

Ecco perché è gettonatissimo per le case di vacanza fra le persone più facoltose di tutta l’Africa. E non solo. Secondo recenti analisi immobiliari riprese da Quartz Africa, il 4% dei ricchi della terra ha individuato il Paese come meta di villeggiatura di alta gamma e di investimento.  

In cima alla classifica gli inglesi che rappresentano la più larga fetta (63%), seguiti dagli spagnoli, gli statunitensi, gli svizzeri e i francesi. Mancano (per ora) gli italiani che non hanno seguito le orme di Briatore che a Malindi aveva realizzato un resort, a Malindi, il Lion in the sun nella sua villa di vacanza. Resort che poi aveva messo in vendita l’estate scorsa.

A chi acquisti così costosi proprio non li può fare, non resta che la possibilità di visitarle, le case. Una per tutte quella di Karen Blixen a Nairobi divenuta museo, e soprattutto luogo carico di suggestioni. Da cui si esce con un inevitabile mal d’Africa dal quale è difficile guarire.

Vai all'articolo completo
Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione ed inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più clicca qui.
Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie. X