di Alessia Marani e Giuseppe Scarpa
Venerdì 9 Agosto 2019, 08:19Omicidio dell'ultrà: Diabolik tradito da un amico. «Il killer è albanese»
Chi ha portato a dama Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, il capo ultrà della Curva Nord della Lazio? Chi ha tradito l'amico? Un rebus per gli investigatori, che ora indagano per omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso. C'è una pista: Diablo si sentiva ormai così spavaldo e invincibile che alla fine ha pestato i piedi a qualcuno di pesante. E il fatto che fosse andato a un appuntamento nel Parco degli Acquedotti di Cinecittà, zona storicamente gestita dai napoletani della Tuscolana legati alla Camorra ma ora, dopo una serie di arresti eccellenti, passata sotto il controllo dei cavalli albanesi emergenti, porta ai Balcani. Gente con cui, in realtà, Piscitelli, in passato arrestato per narcotraffico e su cui fino alla morte erano rimasti accesi i fari della Dda che con i carabinieri stava indagando su un nuovo giro di droga a Roma Est, avrebbe sempre stretto patti e fatto affari. Tanto che tra i suoi guardaspalle più fidati difficilmente mancava la batteria dei pugili albanesi, un'amicizia cementata dal comune tifo laziale.
Diabolik: scorta, arma inceppata, autista nuovo. Tutto quello che non torna dell’omicidio
LA SCORTA
Scorta che però, mercoledì pomeriggio, Piscitelli non si era portato dietro. Con lui c'era solo l'autista esperto di arti marziali che lo accompagnava da una decina di giorni. L'uomo, nato a Cuba ma da decenni a Roma, è stato imparentato con un altro capo ultrà e per questo parimenti degno della massima fiducia. Una casualità o forse Diablo non si fidava più degli albanesi e li aveva tenuti da parte? Chi lo ha venduto a chi ha deciso e ben studiato a tavolino (Piscitelli fino a venti giorni fa era ancora sorvegliato speciale) di lanciare un messaggio firmato con un colpo alla nuca all'intera piazza di Roma: «Diabolik stai al posto tuo e così gli amici tuoi»? Nel mirino del pm della Dda Nadia Plastina ci sono pianisti di rango. Se a preparare la strada alla musica di piombo sono state batterie locali, il mandante potrebbe essere nascosto ai vertici della mala.
I CLAN
Del resto, secondo investigatori di lungo corso, è dai tempi dell'omicidio del boss della ndrangheta Vincenzo Femia crivellato di colpi a Trigoria nel 2013, che a Roma non si annoverava un delitto tanto eccellente. E carico di possibili conseguenze. Perché Piscitelli, al di là, del suo ruolo ultrà, è stato da sempre considerato snodo cruciale per la composizione dei più svariati equilibri, non solo sugli spalti dell'Olimpico. E potrebbe avere dato fastidio ai nuovi signori della droga, soprattutto ai grossisti calabresi ormai ras specie a San Basilio, la piazza di spaccio più florida della Capitale. O lasciato conti in sospeso altrimenti irrisolvibili.