Achille Lauro, band romana lo accusa di plagio. Salvini: «Canzone penosa»
Festival senza pace per Achille Lauro e la sua Rolls Royce, la canzone presentata al Festival. Prima le somiglianze ravvisate con il brano «1979» degli Smashing Pumpinks, poi le accuse che si tratti di un «inno all'uso delle droghe» mascherato da brano non-sense. A questo ora si aggiungono i commenti al vetriolo del ministro Matteo Salvini («canzone penosa e pietosa, come musica, come testo, come immagine») e le accuse, messe nero su bianco, di plagio da parte della band romana Enter.
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O lo ami o lo odi. Il rapper, non più rapper, divide e fa discutere. Ma Lauro fa spallucce. In fondo, lui, il festival lo ha vinto nel momento in cui è stato chiamato a partecipare. Le polemiche fanno il suo gioco. «La musica è soggettiva. Può piacere o non piacere ed è giusto che arrivino critiche ed elogi - manda a dire il cantante al ministro -. Credo comunque che la mia canzone sia una piccola opera d'arte per quanto riguarda il mio percorso». Più delicata la questione del plagio. Se il caso degli Smashing Pumpkins è stato archiviato senza colpo ferire (e con la battuta di Achille Lauro: «Seee, magari fosse come 1979...»), un ricorso in via d'urgenza è stato depositato contro di lui dalla band romana Enter: avrebbe saccheggiato un loro brano.
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