di Mario Ajello
mercoledì 30 ottobre 2019, 07:51Sindaco di Roma, parte la gara Salvini-Meloni. E si pensa alle primarie
Dopo l'Umbria, si apre la questione romana. E per ora, tra lo sprofondo della crisi grillina e il Pd che brancola ancora nel buio quanto a proposte e idee di candidati per il Campidoglio, la successione alla Raggi è materia di dibattito, ma anche di gara, nel centrodestra. Sia Salvini sia Meloni - nella loro competition che sarà sempre più serrata dopo l'ascesa a due cifre di Fratelli d'Italia in Umbria, ma «la nostra è una competizione positiva», dice lei - non possono cedere all'alleato la primazia della scelta su chi correrà tra un anno e mezzo per il Campidoglio. Con ottime possibilità di vincere, vista la situazione del degrado Capitale procurato dall'amministrazione M5S.
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«Con il buon senso si risolve tutto», dicono nel Carroccio a proposito della scelta di un candidato comune e condiviso, da trovare nella società civile. Il mood di Fratelli d'Italia è il medesimo, ma il braccio di ferro - con Salvini già in giro per mercati e periferie con piglio da campagna elettorale - è anzitempo cominciato. La Meloni conferma: «Non mi ricandiderò». Ma è convinta che spetti anzitutto al suo partito il diritto d'indicare il nome del candidato della coalizione. Salvini vuole invece coronare il suo successo, portando un sindaco leghista in Campidoglio: «Ho delle idee sui nomi ma non le dico perché è troppo presto». Come si risolverà la delicata questione, da cui Forza Italia (a Roma ha il 5,5 per cento) è stata per ora tagliata fuori?
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Ieri è spuntata l'ipotesi di primarie per la scelta del nome giusto. Ma la Lega non si scalda all'idea (Salvini: «Se troviamo la persona giusta senza primarie, è meglio» e qualcuno dei suoi si spinge oltre con accento nordista: «Macché primarie, finirebbero per essere una baracconata»), temendo la forza territoriale e di trascinamento del partito della Meloni e nei vertici lumbard si stronca così questa possibilità: «Porterebbe solo confusione. Dobbiamo invece sederci intorno al tavolo e il candidato giusto si trova». Nel frattempo, tra giochi tattici e aspirazioni vere, si fanno nomi di candidati di bandiera, come Barbara Saltamartini per la Lega. E c'è chi immagina una sfida tra centrosinistra e centrodestra così composta: Roberto Morassut per i dem (è uno dei nomi possibili su quel fronte) e il vice-presidente della Camera Fabio Rampelli per Fratelli d'Italia. Ma è ancora presto per immaginare i duelli e tutto deve ancora accadere nella delicata e non facile ricerca del candidato terzo, che non appartenga a nessuno ma garantisca tutti nel centrodestra e non faccia scoppiare gelosie.