sabato 7 dicembre 2019, 16:31
Terremoto catastrofico, Ingv: «Big one arriverà, ma non si può prevedere»
Terremoto, «il big one è realistico pensare che arriverà, ma non si può prevedere». È il vulcanologo Mario Mattia dell'Ingv a sostenerlo: «Nei secoli scorsi la zona di Catania già colpita da eventi catastrofici». «L'eventualità che un giorno arrivi il big one? La risposta è: potrebbe arrivare. Non si può escludere. Non c'è dubbio che ci sarà un terremoto catastrofico simile a quello del 1693 ma è ovvio che non possiamo dire quando si verificherà. Catania è stata distrutta nel 1189, è stata rasa al suolo nel 1693 e siccome non è cambiata la geologia della zona, che è sempre quella, così come gli sforzi a cui sono soggette le faglie, è realistico ed ovvio pensare che altri eventi sismici importanti si verificheranno».
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Il vulcanologo dell'Ingv di Catania, Mario Mattia, ha aggiunto come «
l'ultimo evento sismico del 1990 che purtroppo causò tredici vittime nella zona di Carlentini è solo un esempio di ciò che può succedere e fu, anzi, un terremoto relativamente piccolo che in altre parti del mondo non avrebbe creato danni»
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Pensate - ha evidenziato il vulcanologo - ad un terremoto di 7.5, come quello che è stato stimato del 1693, che tipo di danni potrebbe fare in una città estremamente vulnerabile come Catania. Ma lo stesso discorso - ha evidenziato Mattia - vale pure per Ragusa e Siracusa e le loro province che negli anni hanno edificato in modo dissennato»
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Quindi - ha ribadito - il big one ci sarà ma non è prevedibile sapere quando. Se parliamo poi di vulcani - ha continuato Mattia - e di grosse eruzioni anche quelle potranno verificarsi in futuro. E il destino di chi vive in queste zone particolari della terra come la Sicilia, la California, alcune zone del Giappone. Convivere, insomma, con questo rischio»
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Secondo il vulcanologo dell'Ingv, «
purtroppo occorre dire che l'impatto di forti terremoti nella realtà siciliana e catanese in particolare sarebbe devastante«. Mario Mattia, parlando di impatto ambientale rispetto al rischio eruzioni sull'Etna ha sottolineato come «
purtroppo si tende a costruire in zone a forte rischio di invasione lavica per scelte politiche a volte scellerate nel corso del tempo. Per citarne una su tutte - ha ricordato - negli anni '50 un sindaco di Catania venne accolto tra ali di folla perché a Roma riuscì ad ottenere la declassificazione sismica del capoluogo etneo. Dando così la possibilità di sviluppare in modo importante l'attività edilizia a Catania, ma senza nessun rispetto di criteri antisismici. E questo fa sì che grossi pezzi della città siano vulnerabili»
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Infine, in merito allo stato di salute del vulcano, Mario Mattia ha detto che «
l'Etna, da vulcano attivo, è in una fase abbastanza attiva. I catanesi noteranno questo degassamento da tutti i crateri che significa come il magma sia a livelli molto superficiali. Nessun allarmismo - ha concluso - ma questo fa riflettere su come nei prossimi mesi o anni, ci sarà una eruzione di cui non possiamo prevedere l'entità»
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