Tumore, test del sangue per la diagnosi precoce: «Nuova frontiera della biopsia liquida»
Nella corsa alla cosiddetta «biopsia liquida», test del sangue in grado di diagnosticare i tumori più precocemente rispetto a quelli in uso oggi, ora si aggiunge un nuovo partecipante italiano. Un test genetico ideato da un gruppo internazionale di esperti coordinato dai ricercatori di Bioscience Genomics, spin-off partecipato dall'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, si è rivelato molto promettente nel trovare tracce del cancro prima ancora che inizi a formarsi, come dimostra uno studio pubblicato su Cell Death & Disease. La ricerca si basa su Helixafe, su un algoritmo brevettato da Bioscience che usa il sequenziamento del DNA nell'individuazione delle alterazioni genetiche che precedono lo sviluppo del tumore (prodromiche) e quindi in individui sani e asintomatici che non hanno ancora sviluppato alcun tumore.
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Una volta validato da ulteriori studi l'approccio potrebbe essere usato per curare i pazienti prima ancora che insorga il tumore. In questa ricerca sono stati analizzati, per un periodo da uno a 10 anni, campioni di sangue raccolti da 114 individui inizialmente tutti sani. Successivamente è stata confermata la validità della strategia con il confronto dei risultati dell'analisi di Bioscience Genomics, ottenuti dai campioni di sangue dei pazienti oncologici, con quelli dell'analisi dei tessuti ottenuta dalle biopsie di tumore degli stessi pazienti. Infine, la presenza e lo sviluppo delle alterazioni genetiche sono state valutate in parallelo al monitoraggio dello stato di salute dei soggetti, sempre per un periodo variabile tra 1 e 10 anni.