- domenica 23 giugno 2013, 20:15
Colf, la Cassazione sul "lavoro ridotto"
Almeno 24 H per il riconoscimento dell'intera settimana
La salvaguardia pensionistica posta dalla legge Dini (335/1995) in favore dei lavori inferiori all’intero anno non si può estendere anche al lavoro domestico delle colf. Con sentenza 3044/2012 la sezione lavoro della Corte di cassazione (presidente Miani Canevari) ha respinto il ricorso della colf Carmela Marino, cui invece aveva dato ragione la Corte di appello di Torino.Vediamo più da vicino i fatti che interessano in prima persona centinaia di migliaia di colf a ore che lavorano meno di 24 ore a settimana.
Da 12 a 24 ore
Il decreto presidenziale 1403/1971 ha stabilito che per avere riconosciuta in pensione un’intera settimana è necessario che i contributi siano versati per almeno 12 ore. Se il lavoro è inferiore gli uffici Inps accreditano un numero di contributi proporzionalmente ridotto, risultante dalla divisione della contribuzione trimestrale per l’importo corrispondente a 12 ore settimanali. Con legge 638/1983 il minimo di 12 è stato raddoppiato e portato a 24 ore settimanali. Con il risultato che la colf che lavora fino a 23 ore a settimana perde periodi in pensione. Esempio: supponiamo che la colf nell’anno, invece di versare contributi per almeno 1.248 ore (24 ore x 52 settimane), paghi l’Inps per 936 ore. In questa ipotesi gli uffici riconoscono in pensione solo nove mesi (24 x 39 settimane).
Lavoro ridotto
Ora andiamo alla legge Dini che dal 1° gennaio 1996 ha aumentato i requisiti contributivi e anagrafici per la pensione di vecchiaia portandoli da 15 a 20 anni. Ebbene, questo aumento non si applica quando il lavoratore subordinato ha almeno 25 anni di assicurazione, occupati per almeno 10 anni per periodi inferiori a 52 settimane nell’anno solare. In questa ipotesi continuano ad applicarsi i vecchi requisiti contributivi e la pensione perciò può essere presa con soli 15 anni di contributi.
Situazione analoga
Ebbene, la signora Carmela ha chiesto che anche a lei (e quindi a tutte le colf nella medesima situazione) venga applicata la legge Dini. Sì, d’accordo, nel caso specifico l’interessata aveva lavorato per tutti gli anni, ma di fatto poi – per il numero ridotto di ore lavorative settimanali - ha avuto periodi contributivi utili a pensione inferiore all’anno. E quindi la situazione, diversa in partenza, diventa simile all’arrivo. Anche lei ha perciò diritto alla “protezione” della legge 335/95 indipendentemente dalla circostanza che è stata occupata per l’intero anno e non solo in parte, ma comunque con una contribuzione di minore peso per il sistema di accredito Inps.
Legge corretta
Porte chiuse, come detto, da parte dei giudici della suprema Corte di Cassazione. Che hanno cancellato la sentenza dei giudici di merito invitandoli a rivedere la decisione prendendo atto che l’intento del legislatore del 1995 è quello di “proteggere i lavoratori non occupati per l’intero anno solare e non già i lavoratori che sebbene occupati nell’intero anno solare, possono anch’essi far valere una minore contribuzione.” E questa norma, a detta dei giudici, non può neanche essere dichiarata incostituzionale. Può essere modificato questo stato di cose? Certamente, ma solo da parte del Parlamento.
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